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Ex Asilo Infantile Regina Elena

L’ex Asilo Infantile “Regina Elena” di Castagnole Monferrato è sicuramente uno degli edifici più significativi e ricchi di storia presenti in paese, pur non trattandosi di un immobile di antica costruzione. La sua posizione è particolarmente felice, poiché si trova all’interno del cosiddetto Ricetto, il nucleo più antico del paese, sopraelevato in quanto sorto su un promontorio naturale, da sempre fortificato e chiuso da una consistente cerchia di mura. Il Ricetto è storicamente il sito dove sorgevano il Castello e la Torre, i casotti militari e le strutture di difesa, le case signorili, le Chiese, luogo da cui di fatto si esercitava il controllo sulla restante parte dell’abitato, composta da modeste abitazioni che si stringevano attorno al muraglione, in alcuni punti alto più di 10 metri: nelle mappe antiche la cerchia di mura è proprio chiamata “muraglione che sostiene e forma il recinto”. Questo possiede una forma allungata lungo l’asse Est-Ovest: l’Asilo è collocato lungo il versante meridionale del nucleo fortificato, in corrispondenza dei contrafforti più massicci ed imponenti dell’intero recinto, che in seguito a cedimenti vennero consolidati nell’immediato dopoguerra tramite sette speroni in calcestruzzo rivestiti di mattoni, riuniti in alto da arcate anch’esse in mattoni di circa 8 metri di luce. Rispetto alla strada sottostante infatti il dislivello è all’incirca di quindici metri e la vista che si gode sulla campagna circostante è impagabile.

L’edificio risale con ogni probabilità alla seconda metà dell’Ottocento, anche se non se ne può fornire una esatta datazione. Le uniche cose che si possono affermare con certezza sono quelle derivanti dall’osservazione delle mappe storiche e delle planimetrie che riportano i profili degli edifici del paese di Castagnole.

Sul primo Catasto del Territorio comunale, datato 1757 e conservato nel Comune di Castagnole si distinguono, sul sito dell’attuale Asilo, costruzioni di forma simile ma non in posizione corretta rispetto a quella attuale: presumibilmente esse vennero in seguito abbattute o comunque molto rimaneggiate. Sul Catasto Francese del 1812 si osserva ancora una distribuzione planimetrica differente: l’edificio ha acquisito una forma complessa, anche irregolare, che nulla ha a che vedere con la planimetria attuale. Da qui si desume che l’Asilo, come si presenta oggi, non aveva, nel primo decennio dell’800, ancora le attuali fattezze.

Si sa con certezza che, nel Libro dei Trasporti del 1840, la proprietà del lotto su cui attualmente sorge l’Asilo e di tutti quelli adiacenti (compreso il vecchio giardino del castello, ulteriormente sopraelevato rispetto all’edificio) è della Famiglia Borgna, una delle più ricche ed antiche del paese. Con discreta sicurezza perciò si può affermare che la famiglia Borgna abbia modificato o più probabilmente ricostruito le abitazioni di sua proprietà, determinando una nuova distribuzione planimetrica degli edifici, disegnando l’attuale giardino con il suggestivo percorso a terrazze che fa da quinta naturale e da fondale scenico, abbattendo quasi sicuramente una manica di edificio a corte di impianto castellano o comunque medievale che era situato dove ora c’è il giardino già citato, e determinando quindi l’attuale forma dell’edificio in seguito divenuto Asilo Infantile.

Questo ha conservato il nome di “Asilo infantile Regina Elena” proprio perché si pensò di dedicarlo alla Regina Elena di Savoia in occasione delle Nozze d’argento che i Sovrani festeggiavano nel 1893: dai Registri delle Deliberazioni del Consiglio Comunale conservati nell’Archivio Storico del Comune si è risaliti infatti alla prima erogazione di denaro in favore dell’erigendo Asilo Infantile, che di fatto ancora non era stato istituito (comincerà la sua attività nel 1900), datata appunto 3 aprile 1983. In quell’occasione il consiglio Comunale si impegnò a erigere in breve tempo il suddetto Asilo, destinato a fornire “diurna custodia, educazione ed istruzione ai fanciulli e alle fanciulle dimoranti nel Comune di Castagnole Monferrato, che abbiano non meno di tre anni e non più di sei.”
L’istituzione ufficiale dell’Asilo avvenne nel 1901, anno in cui venne presentato lo Statuto Organico e in cui di fatto cominciò la sua attività: l’immobile venne inizialmente concesso in affitto dai sig. Borgna, poiché, come detto, era una loro proprietà ormai in disuso.
La Scrittura d’Affittamento, ritrovata all’ Archivio Comunale di Castagnole, riporta la data 11 ottobre 1900, e con questa i fratelli Borgna concedevano in affitto al comitato dell’Asilo “tutta interamente la loro casa, che posseggono in Castagnole Monferrato, regione Recinto, via al Castello 126, e cortile attiguo per prezzo annuo di lire 225”. Ancora, “gli stessi fratelli Borgna danno pure in affitto al comitato stesso l’orto e giardino attiguo per prezzo annuo di lire 125.

A seguito poi di alcuni problemi legali, o di rapporto tra proprietario e affittuari, nel 1922 l’immobile viene definitivamente acquistato dal Comitato dell’Asilo per il prezzo di lire 16 mila anche grazie al contributo di alcuni benefattori.
Proseguì dunque la sua attività fino al 1970 circa, quando fu lasciato in stato di abbandono.
Descrizione dell’immobile

L’ex Asilo Infantile si trova nel nucleo del Ricetto ed è collocato in posizione abbastanza centrale e favorevole, poiché si affaccia direttamente sulla via al Castello: l’ingresso è rivolto interamente a sud e riceve quindi un’ottima illuminazione per tutta la giornata, inoltre la grande presenza di vegetazione e di giardini adiacenti ne fanno un luogo silenzioso e anche riservato.
L’edificio nel suo complesso ha una forma a “C” e racchiude al suo interno un cortiletto ora tenuto a verde, mentre sul lato destro dell’immobile si trova un giardino molto ampio con una struttura in muratura particolarmente suggestiva che crea un gioco di rampe e di terrazze che permettevano presumibilmente di ammirare dall’alto il giardino sottostante nonché di raggiungere uno spazio verde superiore.
La proprietà dell’Asilo consiste però soltanto in un’ala dell’immobile e ha quindi una forma a “L”: il lato lungo è rivolto sul giardino, mentre l’ingresso principale è collocato sul lato corto che si affaccia sul cortile interno. Il collegamento tra i due spazi aperti avviene attraverso un percorso che si trova subito al di là del muro di recinzione e che in passato doveva essere con ogni probabilità voltato, coperto da una balconata o addirittura far parte integrante dell’edificio: lungo il muro di recinzione infatti ci sono tuttora i segni di aperture tamponate e all’interno si ritrovano resti di strutture portanti verticali. Ora è parzialmente consolidato da rinforzi in calcestruzzo e tiranti d’acciaio ma è un semplice passaggio aperto tra il cortile e il giardino.

Lungo la via al Castello, per tutta la lunghezza dell’affaccio su strada, il muro di recinzione è in mattoni ed è di fattezze neogotiche, composto da lesene poste a distanza regolare che un tempo dovevano essere sormontate da elementi decorativi: è anche molto particolare il portale ad arco che immette direttamente all’interno del giardino.

L’edificio è composto di tre piani più un sottotetto solo parzialmente accessibile.
La struttura portante è a muri di laterizio e solai costituiti da voltine e putrelle d’acciaio e in alcuni casi da volte a crociera o padiglione. Il tetto ha forma a padiglione e struttura in legno: il rivestimento è in coppi di laterizio.
La distribuzione nel complesso è abbastanza simile ad ogni piano, poiché consiste in un ambiente grande posto in corrispondenza dell’ingresso principale, in una serie di ambienti di dimensioni minori collegati tra loro e da un ambiente unico molto allungato che al piano terreno è composto da un porticato che si affaccia sul giardino mentre al secondo piano è costituito da un loggiato. In fondo a questo ambiente di forma allungata è collocata, in corrispondenza di ciascun piano, una piccola stanza che può essere stata utilizzata come servizio igienico o come ripostiglio. Tutti gli ambienti sono voltati.
La distribuzione avviene attraverso un’unica scala in muratura, di forma a “C”, collocata all’incrocio dei due bracci del fabbricato: questa occupa uno spazio di circa 5m x 5m.
Al piano terreno si apre l’ingresso principale dotato di un cancello in ferro battuto molto lavorato: si entra in un ambiente molto ampio (5m x 9m) attraverso il quale si raggiunge direttamente il disimpegno delle scale; da questo si raggiunge, attraverso un’uscita secondaria, il porticato prospiciente il giardino interno (3m x 15m), con ripostiglio annesso (3.2m x 3m), mentre da un’altra apertura si accede alle tre stanze più piccole posizionate in linea e tutte collegate fra loro (in totale 5.3m x 14m), nel tempo ulteriormente suddivise, che per qualche tempo sono state sede di attività della pro loco. I metri quadrati utilizzabili al piano terreno, con l’esclusione del vano scala e del porticato, compresivi dei muri esclusi quelli perimetrali, sono 128.
Salendo al primo piano, dal pianerottolo di arrivo delle scale si accede direttamente ad un altro stanzone molto grande (5m x 9m), di rappresentanza, con copertura a padiglione, dotato di un balcone con parapetto in ferro battuto: dalle scale si raggiunge direttamente una stanza di forma allungata con copertura di volte a crociera (3m x 15m) al termine della quale si apre nuovamente una piccola camera (3.2m x 3m): su questo grande ambiente si aprono le stanze più piccole, divise da tramezzature anche recenti (in totale 5.3m x 14m). Al primo piano, i metri quadrati utilizzabili, con l’esclusione del vano scala e dei muri perimetrali, sono 173.
Infine, al secondo piano, si può uscire direttamente sul loggiato costituito da una struttura ad archi e pilastri (3m x 15m) oppure accedere nuovamente ad una serie di stanze analoghe alle precedenti, di dimensioni minori e ricoperte da voltine (in totale 5.3m x 14 più la piccola camera di 3.2m x 3m) oppure all’ambiente più ampio il cui soffitto è nuovamente voltato a padiglione (5m x 9m). I metri quadrati utilizzabili a questo piano sono nuovamente 128, poiché si esclude il loggiato.
Salendo le scale dal piano terreno al primo, sia apre anche una piccola stanza, forse in passato un servizio igienico, che risulta quindi collocata in un piano ammezzato (circa 3m x 3m).
In totale l’immobile è costituito da un numero di vani analogo per ogni piano: una camera di rappresentanza, uno stanzone allungato che diventa loggiato al piano superiore, tre camere di dimensioni minori, una stanza destinata a servizio o a ripostiglio. I metri quadrati complessivamente utilizzabili all’interno dell’immobile sono quindi circa 430, escludendo dal conteggio lo spazio occupato dal vano scala.
Le aperture sono molto regolari e si distribuiscono uniformemente su tutti i prospetti dell’edificio: sono composte sempre da finestre con serramenti e persiane in legno con l’unica eccezione di due finestre murate nella parte destra del prospetto sul cortile interno e di due aperture dotate di inferriate e prive di serramenti esterni, a fianco dell’ingresso principale.
Attualmente l’immobile risulta interamente intonacato, con l’eccezione di una parte basamentale sul cortile interno che a seguito di possibili interventi di restauro è stata rifatta in calcestruzzo a vista. Sono presenti fasce marcapiano nello sviluppo di tutti i prospetti e lesene nella facciata prospiciente il giardino.
Per gentile concessione della Dott. a Arch. Paola Pescarmona